un nuovo medicinale in grado di far sparire il virus dell’epatite C sarà forse approvato in Italia
agli inizi del 2015 (solo perché costa circa 80 mila euro a ciclo di cura e a persona)
Potrebbe diventare un giro di affari da 45 miliardi di euro a carico del servizio sanitario nazionale. Sotto forma di cure palliative.
Gratis per i pazienti, e questo sarebbe più che sacrosanto qualora si avesse conferma dell’efficacia del trattamento, ma a carico della popolazione italiana (pazienti inclusi) che paga le tasse e, in più, i ticket (se servono). Il tutto con un bilancio dello Stato asfittico che già ora fatica a garantire le cure per tutti.
Qualche esempio: un nuovo medicinale in grado di far sparire il virus dell’epatite C sarà forse approvato in Italia agli inizi del 2015 (solo perché costa circa 80 mila euro a ciclo di cura e a persona), cercando il modo per ammortizzarne la spesa; l’anno scorso i malati di tumore hanno manifestato in alcune Regioni perché farmaci innovativi restavano nel cassetto per mancanza di risorse; reparti salvavita come le cardiologie interventiste con i budget annuali dimezzati per risparmiare.
Una «pallottola intelligente» abbatte la leucemia linfatica cronica
Chi ne soffre ha, nella stragrande maggioranza dei casi, più di 65 anni e spesso soffre di altre patologie. Per questo le cure anticancro erano finora troppo tossiche
Una nuova terapia efficace per i pazienti più «deboli» con una delle forme più comuni di tumore del sangue, la leucemia linfatica cronica.
La maggior parte dei malati con questa neoplasia ha più di 65 anni e spesso soffre di patologie tipiche dell’età che avanza (disturbi cardiocircolatori, respiratori, renali, ad esempio): essere curati per un tumore, sottoponendosi a trattamenti che possono avere pesanti effetti collaterali, può in questi casi essere un problema. Stando però agli esiti di uno studio presentato a New Orleans durante il convegno della Società americana di Ematologia (American Society of Hematology, ASH) una nuova combinazione di farmaci è in grado di portate notevoli miglioramenti proprio in questa particolare fascia di pazienti, arrivando persino alla completa scomparsa della malattia.
TREMILA CASI ALL’ANNO - Sono circa 2.800 i nuovi casi di leucemia linfatica cronica registrati ogni anno in Italia
L'olio extravergine oliva e' simile al latte materno
Per contenuti di Omega 3 e Omega 6 "L'olio extravergine d'oliva di qualità è il grasso più simile a latte materno, in termini di Omega 6 e Omega 3, composti di alto interesse salutistico contenuti nel prodotto principe della Dieta Mediterranea, ma solo se viene fatto un corretto lavoro in frantoio"
A dirlo, in occasione della presentazione a Roma della Maratona dell'olio che si terrà dal 15 al 17 novembre ad Alviano (Terni), è il ricercatore del Cnr-Igv (Consiglio nazionale ricerche-Istituto Genetica Vegetale) Saverio Pandolfi, che ha sottolineato come l'olio risulti gradito non solo a ogni bambino proprio perché ricorda il latte materno, ma anche a un eschimese o a un africano che non hanno mai avuto l'olio nel regime alimentare.
L'assunzione quotidiana di olio extravergine di qualità, ha detto Pandolfi, "è particolarmente salutare per il contenuto di oleuropeina, una componente dell'olio di oliva che rende più elastiche le arterie, abbassa la pressione e riduce il processo aterosclerotico".
L'oleuropeina concorre a formare il sapore amaro delle olive, mentre l'oloeocantale è la sostanza responsabile del sapore piccante dell'olio quando è buono. Altro alleato della salute, ha aggiunto Pandolfi, è proprio l'oleocantale che ha valenza antinfiammatoria in quanto riproduce gli effetti dell'Ibuprofene. Insomma, un cucchiaio di olio di qualità ad ogni pasto da' gusto e salute" ha concluso.
il Dott. Maurice Hilleman, che spiega perchè la Merck ha diffuso l'Aids, la leucemia ed altre terribili malattie
Un filmato, contenuto nel documentario "In Lies we trust: the CIA, Hollywood and Bioterrorism", prodotto e creato liberamente dalle associazioni di tutela dei consumatori e dall'esperto di salute pubblica, Dott. Leonard Horowitz, caratterizza l'intervista al maggior esperto di vaccini al mondo, il Dott. Maurice Hilleman, che spiega perchè la Merck ha diffuso l'Aids, la leucemia ed altre terribili malattie
Cellule adulte riportate a stadio 'embrionale' per la prima volta in un organismo vivente
Un team di ricercatori spagnolo ha sviluppato la scoperta del Nobel Yamanaka che era riuscito a ottenere, ma solo in vitro, delle staminali pluripotenti indotte. Un grande passo avanti sulla strada della medicina rigenerativa
Un nuovo, importantissimo passo avanti della ricerca sulle cellule staminali.
Un team del Centro nazionale spagnolo per la ricerca sul cancro è riuscito a 'ringiovanire' cellule adulte di un topolino, inducendole a recuperare le caratteristiche di staminali embrionali.
L'eccezionalità dello studio, pubblicato su "Nature", è legata al fatto che il processo è stato ottenuto all'interno di un organismo vivente.
Metodo Stamina bocciato dal comitato del ministero 'Non ha consistenza scientifica'
Inviato al ministro il parere non vincolante degli esperti. Il protocollo della Fondazione non avrebbe i presupposti per giustificare i test clinici.
Vannoni ricorre al Tar: "Giudizio di parte". L'associazione Coscioni: "Fermare sperimentazione"
Il metodo Stamina, messo a punto dal presidente della Stamina Foundation, Davide Vannoni, si basa sulle cellule staminali del midollo osseo, chiamate mesenchimali, note per la loro capacità di dare origine ai tessuti di ossa, pelle e cartilagine.
Secondo la tesi portata avanti da Fondazione Stamina, è possibile trasformare queste stesse cellule anche in neuroni, utilizzando una sostanza nota per la funzione che svolge nello sviluppo delle cellule, come l'acido retinoico, e diluendola nell'etanolo.
La tecnica consisterebbe quindi nell'estrarre le cellule staminali mesenchimali dal midollo osseo dei pazienti, nel tenerle in coltura nell'acido retinoico diluito per farle differenziare in cellule nervose e quindi nel reinfonderle nello stesso paziente.
Aids, vaccino testato sulle scimmie. 'Eradica completamente il virus'
Lo studio della Oregon Health and Science University, pubblicato su Nature. L'antidoto verrà sperimentato anche sull'uomo
LONDRA - Un vaccino provato in scimmie con Siv (Simian Immunodeficiency Virus), l'equivalente dell'Hiv umano, è riuscito a eradicare completamente il virus. Si è rivelato efficace in nove dei 16 macachi rhesus in cui era stato inoculato e ora verrà sperimentato anche sull'uomo.
Il virus dell'immunodeficienza delle scimmie (SIV) è l'equivalente del virus HIV che colpisce gli esseri umani. L'équipe di studiosi ha esaminato una forma aggressiva di virus chiamato SIVmac239, che è fino a 100 volte più letale di HIV .
In test precedenti le scimmie infette erano morte nel giro di due anni, ma questa volta gran parte dei primati sono rimasti immuni.
"Abbiamo usato criteri molto rigidi per fare questa sperimentazione - ha detto il professor Louis Picker, del Gene and therapy institute dell'Oregon Health and Science University - .
Alla fine nel corpo delle scimmie non c'era traccia del virus".
L'Aifa blocca diversi medicinali della Geymonat: "Non utilizzarli in attesa del completamento delle indagini". Ecco quali sono i prodotti sotto osservazione
Nove farmaci della Geymonat sono stati bloccati dalla distribuzione: lo ha deciso, in via “precauzionale”, l’Agenzia Italiana per il farmaco.
L’Aifa ha emanato il suo provvedimento cautelativo per alcuni difetti di qualità e adesso si attendono i risultati delle verifiche approfondite.
Chi ha in casa i farmaci bloccati dalla distribuzione dovrebbe, secondo l’Aifa, “non utilizzarli in attesa del completamento delle indagini”.
I nove bloccati
- Sotto l’osservazione dell’Aifa questi farmaci: Alvenex 450 mg per l'insufficienza venosa, Gastrogel 2 g/10 ml per l'ulcera gastrica, Sucrate 2 g gel orale per l'ulcera, Intrafer 50 mg/ml per le anemie, Nabuser 30 per l'Artrite, Citogel 2g/10 ml per l'ulcera, Ecom per le infezioni dermatologiche, Venosmine 4% per le varici, Testo Enant per patologie sessuali.
Federica muore a 31 anni: nel blog "Tanto vinco io" raccontò la lotta al cancro
Per due anni ha raccontato la lotta contro il cancro al colon. Mercoledì l'ultimo post: "Tre mesi di ospedale, tra alti e bassi, interventi chirurgici e tanta troppa stanchezza"
Federica ha provato a combattere, fino all'ultimo. Avendo dalla sua l’arma dell’ottimismo, è riuscita a non mollare, fino all'ultimo.
Ma il cancro è una brutta bestia. E, alla fine di una lotta ad armi impari, ha avuto il sopravvento. Federica non ce l’ha fatta: a 31 anni è morta.
Federica Cardia ha raccontato il tumore al colon nel blog Tanto vinco io. Parole contro la malattia. Sentimenti accanto alle cure. In uno scontro dall'esito scontato. E adesso che l'esito è sotto gli occhi di tutti non resta spazio che per il dolore. Perché non è bastato alla 31enne sarda raccontare, passo per passo, il tumore per far vincere quella voglia di vivere che tanto ha commosso la rete.
Proprio su internet Federica aveva infatti chiesto aiuto mettendosi a nudo e parlando in prima persona della malattia contro cui ha lottato tenacemente per due anni. "Nell’aprile del 2011 mi èstato diagnosticato un cancro e da allora la mia vita è cambiata per sempre - scriveva la ragazza sarda - ho affrontato mesi di terapie devastanti e interventi chirurgici complicatissimi, ma ancora non riesco a uscire da questo infinito tunnel.
La situazione poi ora è ulteriormente complicata: l’ultimo chirurgo consultato a Milano si è rifiutato di intervenire, poich‚ la malattia sembra essersi diffusa a tutti i quadranti dell’addome".
Un cammino segnato dal dolore e dalla speranza. Fino all'ultimo. Anche quando le è stato proposto, oltre alla chemioterapia, di sperimentare nuovi protocolli ......farmaceutici.
Nemmeno l'insormontaile montagna delle ingenti somme di denaro richieste per pagare le cure sperimentali ha potuto stroncare la forza di volontà di Federica. La ragazza ha, infatti, chiesto aiuto con semplicità. Ed è immediatamente scattata la solidarietà della rete. Amici virtuali e non le hanno permesso di raccogliere 35mila euro.
Una carità che non si è certo esaurita nei soldi raccolti.
Perché per Federica valeva di più il supporto che le offrivano giornalmente. Quei messaggi e quei pensieri che la facevano sentire meno sola davanti al tumore.
Due giorni fa l’ultimo post su Facebook: "Tre mesi di ospedale, tra alti e bassi, interventi chirurgici e tanta troppa stanchezza. Spero di darvi buone notizie nelle prossime settimane, per ora buonanotte!". Poi più nulla. Resta il dolore del web che oggi piange la "leonessa", la "combattente" o, più semplicemente, "l’amica".
Tumori ai polmoni e alla gola sui pacchetti di sigarette A breve potrebbe passare il provvedimento per l’aumento delle misure di “dissuasione” dal fumo.
Gli italiani in questa battaglia da che parte stanno?
Tessuti anneriti, denti gialli, tumori ai polmoni e alla gola, macchie cutanee. Queste sono solo alcune delle immagini shock che i fumatori potrebbero trovare a breve sui loro pacchetti di sigarette.
Effetto della crisi economica sul cervello. Lo studio: “Cala il quoziente intellettivo”
Secondo la ricerca condotta dalle università americane di Harvard e Princeton, dissipare energie mentali in questioni economiche equivale a perdere un’intera notte di sonno o a essere alcolisti cronici. "È come quando siamo di fronte a un pc molto lento"
La crisi morde e a soffrirne è anche il cervello, con il quoziente intellettivo (QI) in picchiata, anche di 13 punti, in presenza di grosse difficoltà economiche.
Lo afferma uno studio internazionale condotto dalle università americane di Harvard e Princeton, insieme alla Warwick University inglese.
Secondo la ricerca, pubblicata su Science, dissipare energie mentali in questioni economiche equivale a perdere un’intera notte di sonno o a essere alcolisti cronici.
Ibrutinib, risultato incoraggiante nella leucemia linfatica cronica
Pazienti con leucemia linfatica cronica, tratatti con Ibrutinib, hanno presentato una sopravvivenza globale superiore all’80% nel corso di 26 mesi di follow-up.
Ibrutinib è un inibitore orale della tirosin-chinasi di Bruton ( inibitore BTK ) che ha dimostrato efficacia nei tumori maligni delle cellule B.
Uno studio di fase 1b-2 ha indagato la sicurezza, la efficacia, la farmacocinetica e la farmacodinamica di Ibrutinib.
Sono stati studiati 85 pazienti con leucemia linfocitica cronica recidivata o refrattaria o piccolo linfoma linfocitico. La maggior parte dei pazienti aveva malattia ad alto rischio.
I regimi di trattamento consistevano nella somministrazione di una dose giornaliera di 420 mg ( n=51 ) o di una dose giornaliera di 840 mg ( n=34 ).
L'impiego per lungo periodo dei calcioantagonisti può aumentare il rischio di cancro al seno
I risultati di uno studio caso-controllo basato sulla popolazione, di grandi dimensioni, ha mostrato che l'uso di calcioantagonisti per 10 anni o più è risultato associato a un più alto rischio di cancro al seno duttale e cancro al seno lobulare.
Non è stata invece osservata alcuna associazione tra tumore alla mammella e altre classi di farmaci antipertensivi.
Precedenti studi che avevano preso in esame il rapporto tra farmaci antipertensivi e cancro alla mammella non avevano fornito risultati certi.
La maggior parte degli studi era di piccole dimensioni, con i più grandi che risalivano agli anni 90, e non erano stati disegnati per valutare l'impatto dell'uso degli antipertensivi a lungo termine sul rischio di cancro.
nCoV è un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato prima nell’uomo. I coronavirus sono una grande famiglia di virus, noti per causare malattie negli esseri umani tra cui il comune raffreddore e la sindrome respiratoria acuta ( SARS ).
La maggior parte dei pazienti infettati dal nuovo coronavirus ha presentato una sindrome respiratoria acuta grave, che ha richiesto l’ospedalizzazione con febbre, tosse, affanno e difficoltà respiratoria.
Alcuni pazienti hanno sviluppato insufficienza renale acuta, danni viscerali ( pericarditi ).
L’infezione da nCoV si è manifestata in Giordania nel 2012 e si è poi diffusa alla Penisola Arabica.
Si conosce poco circa la trasmissione della malattia
Cibi sani: la dieta per le ossa, mangiare broccoli
Mangiare più broccoli aiuta a prevenire o a rallentare l’artrosi. Lo dice uno studio inglese dell’università East Anglia.
Il merito va al solfurano contenuto nelle crucifere (quindi anche in cavoli e cavoletti, ma in misura maggiore nei broccoli) che blocca gli enzimi responsabili dei danni alle cartilagini.
Lo studio pubblicato su Arthritis & Rheumatism specifica che per ottenere risultati però occorrerebbe mangiare una quantità di broccoli pari a 100 grammi al giorno per almeno due settimane di fila.
Ian Clark, professore e ricercatore dell'università inglese spiega: “I risultati di questo studio sono davvero promettenti, siamo in grado di spiegare alle persone come possono fare per mantenere le loro articolazioni in salute.
Finalmente il discorso si sposta sul campo della prevenzione: modificando la propria alimentazione e il proprio stile di vita si possono ottenere risultati notevoli”.
In Inghilterra più di 8 milioni e mezzo di persone soffrono di osteoartrite, una malattia degenerativa che colpisce soprattutto mani, piedi, colonna vertebrale, anche e ginocchia.
Aviaria, scoperto nuovo focolaio in un allevamento del bolognese
Scoperto un secondo focolaio di aviaria in un allevamento di galline, dopo quello nel ferrarese che la scorsa settimana ha portato all'abbattimento di 128mila esemplari.
E' stata infatti confermata oggi dall'istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie la positività per l'influenza aviaria del tipo A nelle galline ovaiole di un'azienda commerciale sita nel comune di Mordano in provincia di Bologna.
Lo rende noto il ministero della Salute.
La positività all'influenza aviaria delle galline ovaiole è stata individuata su campioni prelevati nell'ambito delle attività di controllo pianificate nelle aziende presenti nelle zone soggette a restrizione, e in quelle considerate a rischio, a seguito del focolaio da virus influenzale di tipo aviario confermato nei giorni scorsi in un'azienda avicola del comune di Ostellato, in provincia di Ferrara.
La prevenzione primaria nei soggetti con diabete di tipo 2 è fondamentale se si vogliono risparmiare al cuore i ‘colpi’ del diabete
Non basta abbassare la glicemia, ma è necessario agire su colesterolo LDL, HDL, trigliceridi e pressione arteriosa. Senza dimenticare peso corporeo, dieta ed esercizio fisico
Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte, disabilità e ricovero ospedaliero tra i pazienti con diabete mellito di tipo 2: in questi pazienti l’incidenza è infatti circa il doppio che nella popolazione generale, come già dimostrato dall’analisi ARNO eseguita dalla Società Italiana di Diabetologia (SID) in collaborazione con CINECA, e la mortalità dopo un primo infarto nelle persone con diabete è molto più alta che nella popolazione generale.
Per questo è così importante fare prevenzione primaria tra le persone con diabete: tutte le linee guida per la riduzione del rischio vascolare raccomandano, infatti, un controllo ottimale dei valori di glicemia e degli altri fattori di rischio cardiovascolari (in particolare della pressione arteriosa e dei livelli di colesterolo).
“Purtroppo – commenta la professoressa Olga Vaccaro- nella pratica clinica questi obiettivi vengono raggiunti solo in una minoranza di pazienti con diabete.
Il gap di implementazione tra le linee guida e la pratica clinica non è un fenomeno limitato all’Italia e si spiega in larga parte con la complessità della cura della malattia diabetica che richiede interventi multifattoriali e l’adesione sia alla terapia farmacologica che ad uno stile di vita sano”. Ma migliorare è possibile.
L'agenzia di stampa Agi parla di una scoperta di Nature
La chemioterapia usata da decenni per combattere il cancro in realta’ puo’ stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita e rende ‘immune’ il tumore a ulteriori trattamenti.
La scoperta, “del tutto inattesa”, e’ stata pubblicata sulla rivista Nature ed’ e’ frutto di uno studio statunitense sulle cellule del cancro alla prostata tesa ad accertare come mai queste ultime siano cosi’ difficili da eliminare nel corpo umano mentre sono estremamente facili da uccidere in laboratorio.
TESSUTI DI PAZIENTI - Sono stati analizzatigli effetti di un tipo di chemioterapia su tessuti raccolti da pazienti affetti da tumore alla prostata. Sono state scoperte “evidenti danni nel Dna” nelle cellule sane intorno all’area colpita dal cancro. Queste ultime producevano quantita’ maggiori della proteina WNT16B che favorisce la sopravvivenza delle cellule tumorali.
Su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) del 10 dicembre alcuni ricercatori di San Diego guidati da Stephen Mayfield, direttore del San Diego Center for Algae Biotechnology, mostrano come, introducendo un gene di un batterio nel DNA di un’alga, questa possa produrre un’immunotossina - il potenziale farmaco - costituita da due parti: un anticorpo, che seleziona le cellule tumorali, e una tossina che le induce al suicidio.
La sua efficacia è stata testata su cellule cancerose in vitro e, successivamente, su topi malati.