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02/09/2013
00:43:45
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Fine delle certezze: la Torre di Pisa si raddrizza da sola
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Tra il 2001 ed il 2013 ha recuperato 2,5 centimetri di strapiombo. Ma solo per evitare di crollare

«Evviva la torre di Pisa che pende, che pende, e che mai cadrà». É una filastrocca che da bimbi abbiamo cantato tutti; e che ora, per stare al passo coi tempi, potrebbe essere rinfrescata dalla frase, «perché, in realtà, sempre di meno penderà».
Stando, infatti, a una serie di dati accumulati dal Gruppo di sorveglianza della Torre di Pisa dal 2001 al 2013, la celebre opera architettonica s'è «raddrizzata», con un ridimensionamento dello strapiombo di circa 2,5 centimetri; non poco se si pensa che, per giungere a questo risultato, è stato necessario un piano d'intervento su larga scala - appoggiato direttamente dal Governo - in grado di contrastare niente meno che la forza di gravità e un peso di almeno 14.500 tonnellate.
Come?
Attraverso un'opera di alta ingegneria, avvenuta durante vari interventi. Tutti andati a buon fine. Risale, infatti, al 2010 la prima notizia che ufficializza il buon esito del progetto, dopo aver verificato nel 2002 un raddrizzamento di quasi 15 millimetri; e dal 2006, di circa un millimetro ogni anno.
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02/09/2013
00:41:19
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Da Fiuggi parte la rivoluzione dell'arte
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Vittorio Sgarbi ha riunito pittori e scultori per risollevare la creatività italiana in affanno. Ma non è facile

«Ma perché queste iniziative non le fai a Ferrara?» chiedo. «Io vado dove mi chiamano» risponde un Vittorio Sgarbi il cui insolito realismo dura poco, fino a quando mi dice che accettando di parlare al suo convegno «Lo stato dell'arte, oggi», organizzato a Fiuggi, parteciperò a una non meglio precisata rivoluzione.
A me le rivoluzioni fanno paura ma dopo aver letto la lista dei partecipanti (pittori e scultori solitamente mansueti) ho capito che al convegno non sparerà nessuno, e allora vado in stazione e prendo il primo treno per la Ciociaria.
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19/07/2013
23:09:28
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Respirano, guardano, sorridono Le sculture viventi di Walpoth
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Alle sculture dell'artista italo-tedesco Bruno Walpoth manca solo la parola.

Sono realizzate in legno e vanno ben oltre una riproduzione realistica delle persone perché, grazie a una tecnica innovativa mai utilizzata prima, sembra che respirino, che gli occhi guardino davvero, che la bocca stia per aprirsi e parlare.

Questo avviene anche grazie all'utilizzo del legno, materiale vivo, che permette una resa migliore e comunica "vita"...

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18/07/2013
23:03:44
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sesso al Louvre e altre storie
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Effusioni lesbiche (nel “Bagno turco” di Ingres”), abbracci gay (nel “Leonida alle Termopili” di David).

Un ermafrodito che dal retro è una fanciulla con sedere svettante ma visto di fronte svela il suo sesso e la doppia natura maschile-femminile (l’ermafrodito scolpito nel ‘600 dal Bernini come copia da scultura antica): a saper guardare e trovare, il Louvre offre un campionario di sesso piuttosto nutrito e parecchio audace.
Lo racconta un libro uscito in Italia nel 2006, la Guida erotica del Louvre e del museo d’Orsay di Jean-Manuel Traimond (Elèuthera editore, traduzione di Luisa Cortese, pp 140, 16 euro).
Dove, naturalmente, non manca “L’origine del mondo” di Courbet custodita nell’ex stazione ferroviaria dell’Orsay.
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18/07/2013
22:58:23
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Specchi delle nostre brame
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Così il Louvre incuriosisce.
Ogni artista vivente pagherebbe, per esporre le sue opere nel Louvre. Un po’ perché da quelle sale passano milioni di persone (nove nel 2012, è il museo più visitato al mondo), dall’altro lato perché alloggiare provvisoriamente sotto lo stesso della Gioconda, dei Delacroix, Ingres e quant’altri mai significherebbe una consacrazione in vita.

Michelangelo Pistoletto non ha chiesto ospitalità ma è il museo ad aver invitato l’artista italiano a collocare, ad aprile, sue opere in varie sale e nel sotterraneo medioevale.

Mossa azzeccata: tanti visitatori da ogni angolo del globo che solitamente neppure conosceranno l’artista di Biella si incuriosiscono e spesso si fermano più lungo davanti alle sue incursioni che davanti ai quadri o alle sculture consegnate dalla storia.
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18/07/2013
15:40:37
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La Venere di Urbino
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Questa donna nuda è felice, potente e irresistibile.

Erotica, disponibile, audacissima e però di una purezza perfino sublime.
Il fatto che si possano - e si debbano - usare per lei questi aggettivi contraddittori spiega le reazioni incontrollate che ha scatenato fin da quando, nel 1538, il ventiquattrenne Guidobaldo della Rovere signore di Camerino - che forse l’aveva commissionata, o forse no - la vide ancora in lavorazione nello studio del pittore e voleva farsela consegnare, anche se non aveva i soldi per pagarla (dovette chiederli alla madre, fatto che, visto il soggetto del quadro, spiega la sua paura che costei glieli negasse e un altro acquirente più danaroso potesse soffiargliela).
Negli spettatori suscitava desiderio, imbarazzo o scandalo.
Negli artisti una cupidigia altrettanto violenta: possederla replicandola.
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